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_ _ Crisi del Centro Storico
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Answer from Vicenza

Stand:


I CAMPI LASCIANO POSTO ALLE CASE
 

Lo sviluppo di una città, intesa nel suo complesso civile, culturale, etico ed economico, passa attraverso la crescita delle parti che la compongono. La modifica del paesaggio, in seguito alle differenti forme di vita, dei modi di produrre e del diverso modo della società di rapportarsi col territorio, prende in considerazione lo sviluppo urbanistico.
Nello sviluppo del dopoguerra, al duplice scopo di incrementare l’occupazione operaia e la costruzione di case per lavoratori, il Piano Fanfani favorisce la crescita di abitazioni gestite dall’Ina-Casa. Vicenza è uno dei cinquemila comuni in cui l’Ina realizza 200 mila abitazioni. Il piano Fanfani finanziato dai versamenti dei lavoratori, dai contributi dei datori di lavoro e dal concorso dello Stato, affidava all’ente assicurativo Ina una speciale sezione per la gestione dei fondi e per la programmazione degli interventi; prevedeva la costruzione di quartieri inseriti in uno studio urbanistico affidato, tramite concorso nazionale, a grandi firme. Ogni quartiere doveva prevedere tutte le soluzioni planimetriche oltre che la progettazione delle residenze e dei servizi.
Nel primo settennio a Vicenza (1947-56) 567 alloggi in via dei Mille, viale della Pace-Pio X, borgo Casale, nel secondo settennio (1956-63) si realizza il Villaggio del Sole. La costruzione del complesso inizia nel settembre 1958 ed il bando di assegnazione, soggetto a riscatto, è del 1959; un secondo lotto è del 1960.
Sempre all’Ina a Vicenza viene affidata la costruzione 526 appartamenti per una spesa di un miliardo e 600 milioni. A partire da uno stanziamento del Ministero dei Lavori Pubblici e in particolare del Comitato nazionale della Produttività, viene realizzato il Villaggio della Produttività, separato dal Villaggio del Sole dalla strada del Sole. Il quartiere prende il nome dalla casa del Sole che sorge sulle falde del monte Crocetta. Esso si è sviluppato negli anni Sessanta a nord-ovest nell’incrocio della grande circonvallazione. La dicitura del progetto “Città del Sole-Inacasa” riprende il titolo dell’opera di Tommaso Campanella (1602) in cui descriveva le istituzioni di una città ideale. Il quartiere doveva essere semiautonomo, fornito cioè di tutti i servizi. Purtroppo fu un quartiere dormitorio e solo molto più tardi fu dotato dei necessari servizi.
Il corpo sinusoidale (“la bissa”) costituisce la barriera visiva ed acustica per la trafficata circonvallazione (viale del Sole): il rapporto tra le altezze degli edifici e le reciproche distanze orizzontali tra essi, è studiato in modo da rendere l’ambiente a misura d’uomo e da concedere sufficienti spazi verdi. Anche la viabilità, all’interno del villaggio, è congegnata in maniera da limitare il volume di traffico.
Il villaggio della Produttività comprende edifici al massimo di tre piani tutti in mattoni a vista: ad ogni famiglia è riservato un orticello o giardino, ampi spazi verdi separano i fabbricati e le strade hanno percorsi un po’ tortuosi e sono spesso a fondo cieco in modo che vi sia solo il traffico degli abitanti e nessun flusso di attraversamento.
Accanto ad essi, frontalmente a via Brigata Granatieri di Sardegna, un complesso di case costruite con mutui della Cassa di Risparmio per il “ceto medio”.
Nei centri più grossi i quartieri sono sorti in prevalenza per iniziativa dei ceti medi ed hanno dato origine a quartieri che hanno preso il nome dei fiumi, dei laghi, degli scrittori toscani (Bassano).
Una parola a sé per le cittadelle degli studi cresciute ai bordi delle città e dove si sono raggruppate tutte le scuole superiori (Arzignano, Bassano, ecc.).
Le case Fanfani interessano anche numerosi altri centri del Vicentino. Gli universitari le hanno trovate a Mason, Marostica, Valdagno, Breganze e ne hanno fotografata la vita.