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             Sergio PretelliStand:
 
 
 Memoria storicaL’idea di una prima esperienza di ricerca nasce in questo contesto culturale 
ed arriva per naturale evoluzione, come conseguenza dello studio e 
dell’acculturazione continua, a significare e a confermare che l’attività 
dell’uomo mantiene capacità creativa in ogni età.In questi cinquant’anni le città dove operiamo sono profondamente cambiate: 
sono scomparse le botteghe artigiane, le osterie, gli spazi comuni, le legnaie, 
le cantine, i forni, le fontane, i vespasiani, i maniscalchi e l’attrezzatura 
dei cordai, e persino i luoghi di culto. In pratica una trasformazione radicale 
del tessuto urbano sul quale era cresciuta e si era formata la generazione che 
ora frequenta l’Università adulti/anziani.
 Un progetto ed un campo di ricerca privilegiato per gli studenti adulti che 
di quelle vie e piazze e della città sono stati testimoni di vita e depositari 
delle memorie dei padri. Con loro riteniamo possibile creare una documentazione 
originale, sulla vita quotidiana, sulla cultura materiale, sulla religiosità 
popolare, non per una mera ricostruzione dei fatti, ma per capire i fondamenti 
di una cultura, dei valori e di ciò che per la gente era o veniva considerato 
importante. E quindi si tratta di capire e fissare su carta o su disco le 
attività economiche principali e marginali, le forme della socialità, i consumi, 
le forme del risparmio, la religiosità, la partecipazione alla vita 
amministrativa e civile, per mettere a disposizione degli storici il maggior 
numero di elementi possibili per l’analisi e la valutazione critica di un 
periodo esistenziale che corrisponde in questa parte d’Italia con il decollo 
economico e l’avvento del benessere.
 
 
  Microstorie di vitaMicrostorie da affiancare alle statistiche, agli atti amministrativi, agli 
avvenimenti per spiegare o da una logica ed una giustificazione ai numeri e alle 
loro possibili connessioni. Le fonti orali hanno da tempo piena cittadinanza 
nella ricerca storica. Il ritmo accelerato dei cambiamenti, l’allungamento della 
vita fanno delle Università della terza età una palestra privilegiata per 
l’utilizzo di detta fonte. Abbiamo sentito da adulti che hanno vissuto 
l’infanzia nello stesso rione e nella stessa via e poi separatisi per ragioni di 
vita, ricordi nitidi della vita quotidiana ed analisi critiche di grande 
equilibrio. Ed i soggetti frequentanti sono tutti, indipendentemente dalla loro 
estrazione, fonti utilizzabili per dar fondo al progetto, perché il nostro 
territorio ha conosciuto tardi la transizione dall’agricoltura alle attività 
industriali e commerciali e non conta città di grandi dimensioni, per cui usi, 
costumi, riti, tradizioni, vizi e virtù del centro abitato e della campagna 
erano noti o conosciuti da tutti e tutti pertanto possono essere potenziali 
partecipanti. Infine va aggiunto che l’interesse all’iniziativa è cresciuto con 
le giornate interuniversità.
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