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Townstories

Stand:


”Dove mi sento a casa...”

di Gisela Stange

Ogni uomo conosce il sentimento di familiarità con le persone o con le cose che lo circondano. Questo sentimento prima si chiamava “Heimatgefühle”, in italiano traducibile forse come “amor patrio”. Dopo la guerra questa parola venne intesa in modo negativo, così che oggi, in Germania, proprio come la parola “Vaterland” (patria), viene usata a malapena.
A scuola imparai anche la seguente poesia che dovrebbe esprimere questo sentimento:


Il suolo natio

Oh, uomo, tu hai una Patria
Un Paese sacro, un Paese amato
Una Terra dalla quale la tua anima eternamente trae la sua ispirazione poetica
Dove la divina luce del sole ti è apparsa per la prima volta
Dove per la prima volta le stelle per te hanno brillato
E Dio per la prima volta ti ha manifestato la Sua onnipotenza
Là è il Tuo Amore, là la Tua Patria
E se anche ci fossero nude rocce, isole disabitate
E se con te, là, dimorassero miseria e fatica
Ugualmente tu per sempre devi amare questa Terra,
Poiché tu sei un uomo e non devi dimenticarla
Ma serbarla nel Tuo Cuore.


Nel corso della vita si amplia la cerchia delle nostre “familiarità”, tuttavia le prime impressioni positive sono perpetuate in modo più chiaro dalla “impronta” impressa dal nostro spirito e dalla nostra anima.
Nella mia vita, per ragioni di lavoro, ho dovuto cambiare i miei punti di riferimento. Ci sono però luoghi e situazioni ad essi collegati, che mi danno la sensazione di sentirmi a casa.
Per esempio: ritorno dalle vacanze e atterro con l’aereo nella mia Berlino. Non solamente i punti lucenti come quelli che ci appaiono in un volo notturno sopra qualsiasi città, ma la forma delle immagini luminose sulla terra oppure, di giorno, la veduta dall’alto, risvegliano in me i bei ricordi dei luoghi intravisti. Dalla mente e dai sensi riemerge il piacevole pensiero: ”Sono di nuovo a casa, nella mia città”. Col treno faccio ritorno a Berlino Città, e come vedo il primo vagone del trenino urbano colorato di giallo e di rosso, di nuovo riemerge quel sentimento di “Heimatgefühle”, cioè il sentirmi a casa. Esso mi accompagna sulla via di casa, col mezzo pubblico o con il taxi. Esso diventa sempre più intenso man mano che mi avvicino a casa mia. A ciò contribuisce pure il saluto confidenziale dei vicini, che con il loro ”Di nuovo a casa” mi dimostrano che era a loro noto che io non ero a casa. Entrando nel mio appartamento avverto particolarmente forte la sensazione di essere a casa mia. Tutto è così familiare. Tutto sta al suo posto, cosicché non c’è bisogno di ulteriori punti di riferimento. Io mi sento bene a casa mia che per me con tutto ciò che la circonda rappresenta la mia “Heimat”. Una sensazione di benessere simile ho quando incontro persone con le quali ho trascorso, nel mio ambiente domestico ore indimenticabili. Accanto ad loro si riaffacciano sensazioni allegre, tristi o plumbee.
Chi sedeva con me nel rifugio antiaereo durante la guerra, sotto la tempesta di bombe e insieme con me aspettava il prossimo incombente bombardamento contro il quale non si poteva far nulla, questo mi è più vicino di chi ho conosciuto in seguito più a lungo. Con il primo basta a volte soltanto una parola o uno sguardo per intenderci. C’è in questo caso anche una maggior fiducia: avendo con lui condiviso il pericolo ne conosco le reazioni.
Così per me i sentimenti di ”Heimatgefühle” vogliono dire insieme un sentimento di fiducia, di sicurezza e di benessere.

Traduzione : Anna Stolfi e Gruppo Corso Traduzione ‘UPTER”- Roma