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Townstories

Stand:


”Dove mi sento a casa...”

di Agnes Barbara Kirst

Tempo fa, un laboratorio che aveva per tema la fiaba m’attirò nella romantica e selvaggia pianura dell’Oder. Come fase preliminare, si chiedeva a ciascun partecipante di portar con sé la “sua” fiaba. La “mia” fiaba? Io non ne avevo nessuna.
Poi proprio di pancia, istintivamente, decisi per “Il brutto anatroccolo” di Hans Christian Andersen. Ma per quale ragione? A quel tempo lo ignoravo.
Soltanto a poco a poco scoprii i motivi che da un pezzo non costituivano più un segreto per la parte più profonda di me. Compresi che “essere senza radici e senza patria“ e “individuare il proprio branco “sono i miei temi e lo sono da molto tempo.
Conoscete la sensazione d’inadeguatezza –in famiglia, fra gli amici, nel luogo di residenza o nel lavoro- anzi la percezione di esser proprio fuori posto, per così dire nel posto sbagliato?
Un uovo di cuculo, capitato in un nido estraneo?
Così mi sentivo io e a trentatre anni cominciai a mettermi in cammino, più che altro per istinto, spinta da una vaga sensazione. No, non sapevo dove mi avrebbe condotto il cammino, non avevo il minimo presentimento. Era quasi come nella fiaba! Ma lontano, là, da qualche parte ci dovevano pur essere "i miei", un essere a casa, un porto e una patria (“Heimat)”.
Soltanto oggi, a quasi quarant’anni, sono finalmente quella …quella che dovevo essere e vado bordeggiando dinanzi al porto dove s’immatricolò la mia nave. Nel lavoro che ho scelto scrivo, racconto e accompagno col canto fiabe e fantastiche melodie.
Ho trovato e dappertutto nel mondo trovo amici, persone che conducono come me, con curiosità, un’esistenza aperta e creativa.
Con gli amici più cari e nella cerchia familiare abbiamo fondato un’associazione e ci occupiamo di usanze regionali, ritmi stagionali e vita vicina alla natura. Questi saperi li pratichiamo, integrandoli nella vita quotidiana.
Ed ho pure trovato un luogo di residenza –verde, ricco d’acqua e situato nel cuore di Berlino– con un´atmosfera ed un fascino molto particolare, che mi regala ispirazione ed amore per le belle arti.
E i miei amici vivono dietro l’angolo, amici con cui posso suonare chitarra e tamburelli, cantare, andare a zonzo in bici e a piedi. Tra il 2003 ed il 2004, al cambio dell´anno, ci siamo trasferiti a Köpenick.
Scrisse un tempo Christian Morgenstern: “Casa non è dove si ha il domicilio, ma dove ci si sente compresi”.
Ed oggi son grata e felice d’aver trovato lavoro e amici e residenza là dove mi sento a casa.
”Tornare a casa, finalmente, dopo un lungo vagabondare nel mare della vita”– questo è anche il titolo d’una mia poesia.



Traduzione di Maria Teresa Norero