E’ uno dei giorni di novembre poco belli. Mi decido ad acciuffare il mio cane Moritz e ad andare in auto al lago Müggelsee. Dopo sì e no dieci minuti di viaggio, sono già a provare la sensazione dell’acqua fredda tra le dita.
Moritz scodinzola verso di me amichevolmente e presta molta attenzione a non posare a terra le zampe nell’acqua fredda. Allegramente mi porta un bastoncino e pretende, abbaiando forte, che io giochi con lui. Naturalmente aderisco al suo invito. Spensieratamente giochiamo insieme per un po’ di tempo.
Poi vedo una donna venire verso di noi, che ha tutta altra intenzione che quella di fare una passeggiata serale in prossimità del lago.
Risoluta si dirige verso di me. „Rimane ancora qualche momento qui?“, mi domanda senza rivolgermi uno sguardo. Io annuisco senza far parola. La signora scompare dietro un piccolo cespuglio sul margine della riva e ne viene fuori completamente nuda. “Diavolo!”, io penso e la vedo già che nuota nel lago. Non mi sarebbe mai venuta in mente una scena simile, ammiro la giovane donna. “Per favore, presti un momento attenzione alle mie cose. Non rimarrò a lungo in acqua. Sono molto lieta di non essere qui sola questa sera,” grida verso di me e fa un altro tratto a nuoto al largo.
Il mio Moritz non dimena più la coda. Fa il bravo standosene accanto a me e poggia la testa, col muso mezzo spalancato, sul lato destro. Mi sembra quasi che, per lo stupore, non riesca a tenerlo chiuso. Mi guarda interrogativamente. Io lo accarezzo. „Il tuo soffiare si può dominare,“io dico e mi siedo su di uno spesso ramo che sta sulla distesa sabbiosa della riva. Il mio cane si piazza per precauzione proprio davanti a me e pone le sue zampe anteriori ai miei piedi. Mi osserva di nuovo in posa interrogativa. Io rido. „La tua padrona è talvolta un po’ strana, ma poi non così matta da andare a nuotare in novembre.” Moritz sembra credermi. Con un profondo sospiro ed un tranquillizzante ringhio, nasconde il muso tra le zampe anteriori.
La giovane signora esce dall’acqua, scompare nuovamente dietro al cespuglio, si riveste e si congeda da me.”Le do uno strappo con la mia auto? le domando. Ella, peraltro, declina l’invito ringraziando.”Mi devo riscaldare correndo“, ed in men che non si dica sparisce dietro la più vicina curva.
Il lago è di nuovo tranquillo. Solo piccole onde gorgogliano senza posa sulla spiaggia. Un gabbiano solitario s’invola nel cielo notturno.
Trentadue anni fa ebbi, non lontano da questo ramo, un incontro passionale con mio marito dal quale ho divorziato, me ne ricordo.
Oggi il frutto che è conseguito da quel legame è alto metri 1,72, mi chiama mamma e mi mostra come ce la si cava nell’economia di mercato. Non molto tempo fa, il lago Müggelsee era ancora proprietà del popolo. Le strade intorno al lago furono consolidate, e fu realizzata una pista ciclabile. Gli abitanti di Kopenick sono orgogliosi di questo e se ho una grande fortuna, posso ancora per venti anni andare a passeggiare sul lungofiume. Ma come già detto, solo se sono fortunata. Nel cielo si radunano le nuvole della sera. E’ buio. Rabbrividisco dal freddo ed abbastanza contratta sto sul mio scomodo posto a sedere. Ad un tratto ringhia il mio Moritz minacciosamente. Digrigna i denti ed io penso che nella prossima visita dal veterinario gli devo far rimuovere il tartaro. Ma poi odo un grugnito sommesso dietro di me. Non oso voltarmi. Sono cinghiali, mi passò per la testa. Come potevo dimenticarmene?.Qui, nel tuo bosco, nei pressi del tuo lago, ci sono cinghiali.
Gli uomini essi li scansano, ma il mio piccolo, dolce Moritz rappresenta per loro certamente un buono spuntino. Il mio cuore cominciò a battere all’impazzata. Tengo stretto il mio cane al guinzaglio. Lo devo prendere in braccio o lasciarlo del tutto libero dal guinzaglio oppure….Non riesco a prendere una decisione. So, dai molti racconti che conosco, che i cinghiali si impauriscono se sentono muggiti, tambureggiare e forti rumori. Quindi cominciai a cantare con voce spiegata:”Davanti ad una casema, davanti al portone d’oro, si trova un lampione e continua a starci…” La mia voce passa in falsetto. Il mio cane mi guarda spaventato. Mi giro lentamente. I cinghiali tornano correndo frettolosamente nel bosco che è situato lì vicino. Che fortuna, penso io! I cinghiali hanno più orecchio musicale di quanto si pensi, in effetti il mio canto avrebbe messo in fuga pure me. Adesso tutto si è rimesso a posto. In fretta il mio cane ed io ci incamminiamo verso l’auto. Accendo il riscaldamento, accarezzo la calda pelle del mio fedele accompagnatore e getto un ultimo sguardo sull’acqua scura. Lentamente torniamo a casa. Il mio Moritz mi lecca l’orecchio destro. Come sto bene, penso. Occorrono solo cinque minuti per arrivare al lago di Müggelsee. Non sono molti i berlinesi che abitano così vicino ad un luogo della natura. Un’ampia, ben illuminata strada si stende ora davanti a noi. Posso riconoscere senza fatica la casa in cui abito. Quindi dico “ciao” al mio lago. “A presto, ritornerò.“