Townstories

Su una panchina sulla riva boscosa del Dahme, che in questo punto si allarga per confluire nel Langer See. E, successivamente, nei pressi del Municipio di Köpenick si getta nella Sprea.
Dopo alcuni giorni di pioggia splende di nuovo il sole attraverso un cielo drappeggiato da nuvole arruffate.

Un'anziana coppia si siede accanto a me, la donna deve condurre l'uomo verso la panchina in quanto è cieco e la sua andatura rigidamente eretta mostra che perché i suoi occhi sono del tutto privi di luce.
I dintorni di Berlino sono davvero belli, mi dice la donna, ed io indico di nuovo i pennacchi di nubi che si addensano verso l'orizzonte come se volessero proteggere un delizioso scenario delimitandolo per noi. L'uomo cieco tace, i suoi occhi sono fissi. Allora io mi vergogno del mio attuale avvilimento, che mi ha indotto a venire fino a qui in bicicletta. E` difficile mantenere un comportamento adeguato quando il proprio Sé è coinvolto.

Siamo diventati silenziosi. Due di noi sono immersi nel paesaggio, il terzo è solo nell'oscurità.

In quel momento vedo la donna che afferra con entrambe le mani la mano sinistra dell'uomo. Lei desidera dargli quel calore, che non sostituisce la mancanza di percezione, ma che potrebbe dare al cieco la sensazione di essere presente, di partecipare, forse addirittura dell'essere insieme.
Le mani della donna sono per lui, così io spero, come il cordame per la barca, che si trova ancorata nei pressi della riva.

Dopo un po' ci auguriamo Buongiorno, e i due si allontanano. Rimango ancora sulla panchina ma non sono solo.