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Townstories

Stand:


Berlino, la mia città sull`acqua " -
Presentazione corta nel contesto delle riunioni internazionali
del socio del progetto a Praga su 1.-5 settembre del 2003



Regina Bürow


Johannisthal/Canale di Teltow

Dopo aver attraversato la zona industriale di Schöneweide, sul lato sinistro la Sprea deve donare un po’ delle sue acque al doppio canale Britzer, che la collega con il canale di Teltow. Esso fu costruito dal 1905 al 1906. Le chiatte possono ora aggirare la città di Berlino riducendo di 16 chilometri il percorso fluviale fra l’Elba e l’Oder.
Verso il 1900 alcuni abitanti della zona paludosa di Johannisthal incrementavano le loro entrate domestiche cacciando e vendendo le vipere. Con la costruzione del canale di Teltow il terreno coperto da questo specchio d’acqua venne sommerso e le vipere scomparvero. Johannisthal, che venne fondata nel 1753 da Giovanni Werner per incarico del re di Prussia Federico Secondo e che quest’anno ha festeggiato i suoi 250 anni di esistenza, divenne un’isola asciutta con bei pascoli pianeggianti e fattorie con Adlershof (letteralmente: "il cortile dell’aquila") e Niederschöneweide (letteralmente: "Bassi bei pascoli"). Questo paesaggio scomparve quindi parzialmente quando nel 1909 con la costruzione del primo aeroporto tedesco per veivoli a motore, Johannisthal divenne famosa.
Masse di visitatori affluivano per assistere agli spettacoli degli aerei. Anche una delle imprese familiari di Berlino che fu fondata nel 1720 e che esiste ancora oggi soffrì per la costruzione del canale di Teltow. Franz Späth, proprietario della allora più grande scuola agraria specializzata nello studio degli alberi del mondo, mise a disposizione un terreno paludoso per la costruzione del canale Teltow, dalla cui realizzazione egli si aspettava un drenaggio e una irrigazione più facili della sua azienda agricola, ma durante il 1901 per la nascente centrale e per il canale idrica veniva assorbita troppa acqua: perciò egli cominciò a trasferire la sua scuola nella regione del Brandeburgo. E questo Arboretum, questo giardino botanico per gli alberi creato in quel tempo, rallegra i visitatori ancora oggi.

Traduttrice Renata Caratelli

Claudio Cassetti


Treptower e Landwehrkanal

La Sprea, il Landwehrkanal, parti di circa 190 chilometri di vie d´acqua a Berlino, una citta che viene attraversata da piú ponti di Venezia, 552 per essere esatti.
Quando venni a Berlino Ovest nel 1982 ho ritrovato qui aria e libertá per gli occhi, un sospiro dell´acqua dell´Adriatico, dell´Arno, del Tevere.
Una libertá limitata, perché la cortina di ferro passava qui, attraverso la Sprea, al punto in cui il Landwehrkanal sfocia nella Sprea. Il Landwehrkanal é forse l´unica via d´acqua che si trovava interamente a Berlino Ovest.
Berlino Ovest era un piccolo mondo, uno strano mondo, in ogni caso il mio mondo. A Berlino Ovest, quasi alle rive del Landwehrkanal: Kreuzberg – La piccola Istambul (66% degli abitanti tedeschi), oggi Potsdameplatz: a suo tempo il piú grande cantiere d´Europa, poi il Museo della Resistenza tedesca, l´Archivio della Bauhaus, le occupazioni di casa, il pentolone delle streghe al muro tagliafuoco del Kuckuck, la stazione dello Zoo e Nina Hagen, il "spießige" ("borghesuccio", che cosa significa realmente "spießig"? Che cosa significa "alternativ"?) Ku´damm, Radio Berlino Libera, l´Universitá libera, le campane della libertá, libera corsa per i liberi cittadini (a 200 Km all´ora), Ma dove ci porta la libertá ...
Alla fine del mondo (occidentale), separati dal resto del mondo da un muro allora eterno. Io mi chiedevo allora-: "Ma perché il muro ?" Io fantasticavo allora: "Per proteggere un tesoro!" Io mi chiedevo allora: "Il tesoro è dall´altra parte del muro? O siamo noi il tesoro?" Le (queste) fantasie sono finite, è la storia che va avanti. Adesso è rimasta la chiarezza, cioè la chiarezza del grattacielo di vetro gigantesco del Treptowers, dei giganteschi uomini molecola che si abbracciano sull´acqua, mentre il sole tramonta e sorge sull´acqua della Sprea.

Karin Manke


Oberbaumbrücke"Il ponte dell`albero superiore"

Diventando sempre più stretto, il mio fiume scorre nel Porto Ovest sotto l’ampio ponte di legno “Oberbaumbrücke”, costruito più di cento anni fa con rosse pietre clinker. Con le sue torrette e le sue decorazioni, davanti al profilo della città, riluce il ponte come un gioiello dimenticato dei nostri bisavoli.
Questo ponte è anche il simbolo della città, soprattutto del distretto Friedrichshain/Kreuzberg e il soggetto prediletto dai fotoamatori.
Io lo ho avuto sotto gli occhi per otto anni dal mio ufficio sulla Sprea, al quinto piano del reparto di distribuzione del giornale Ost-Berliner nella Mühlenstraße, nel luogo dove oggi , di nuovo, come se fosse stato sempre così, ponti e strade collegano l’uno all’altro l’Est con l’Ovest.

Di lì vedevo la Sprea scorrere dolcemente come velluto e seta; la vedevo infuriarsi e scatenarsi eccitata dai veloci battelli di frontiera, ribellandosi contro la miseria di essere un fiume di frontiera. Ho visto anche il fiume unito e ghiacciato e ho dovuto tenere a freno i miei sentimenti, che spesso si struggevano per la città sconosciuta, la terra straniera, la riva lontana.
Oggi il muro non ci separa più l’uno dall’altro.Gli artisti lo hanno dipinto e hanno creato una East Side Gallery, come per scherno, un nuovo vivace Centro, un’attrazione turistica per tutti i Berlinesi e per gli ospiti.
Quando poi raggiunge la riva Märkische, la Sprea incomincia a dividersi. Essa serve da cornice a un’isola che in altri tempi era abitata da veri pescatori, ma che offre anche un posto al Castello, che, dopo la sua distruzione avvenuta negli anni ’50 è ora nei discorsi dei politici per essere ricostruito, a un giardino e al Museo dell’Isola prima che il fiume si riunisca di nuovo a se stesso per riprendere il suo percorso attraverso la grande città.

Traduttrice Renata Caratelli

Günter Schöffler


Kupfergraben "Il fossato del Rame" L’Isola dei Musei

Si dice che uno spumante tanto più è buono, quanto più piccole sono le sue perle. Nel centro di Berlino, al contrario, un piccolo fiume chiamato Kupfergraben circonda una delle più grandi perle della città: l’Isola del Museo, Eredità Culturale Mondiale dell’UNESCO, con quattro edifici museali noti in tutto il mondo; un altro è solo una rovina dall’ultima guerra. Vado volentieri in questo Tempio delle Muse, per portare a me il passato, in un presente (altra versione: "portarmi il passato in un presente") che spesso è pesante da fronteggiare.
Nel Pergamonmuseum non è soltanto l’altare di Pergamo da ammirare, ma anche la Strada della Processione con la Porta di Ischtar, dall’antica Babilonia. Le ho potute ammirare proprio in originale. Questo non è ancora così bello da vedere come la copia con le originali mattonelle colorate che ci giungono da due millenni e mezzo.

Traduttore Fabrizio Fasani

Gisela Stange


Prepara i costumi da bagno…

Dal ponte di Glienicke e con la vista su Potsdam un sentiero porta direttamente lungo l`acqua. Vediamo il lago Jungfernsee, poi ci si avvicina al lago großen Wannsee, che sfocia nel fiume Havel. Sul nostro sentiero passiamo davanti all´ex Jägerhof, che venne usato per anni come colonia per i bambini handicappati. A destra c`é il parco di Glienicke,che negli anni del blocco di Berlino non era solo luogo di passeggiate ma anche campeggio per i ragazzi di Berlino Ovest.
Raggiungiamo la Pfaueninsel (Isola dei pavoni) su cui da sempre vivono i ricchi ed i politici. Dopo l´esproprio delle ville dei nazisti e il passaggio di proprietá ai 12 Uffici per la Gioventù di Berlino ovest qui si rigeneravano i bambini degli asili e nelle vacanze anche i argazzi delle scuole del centro cittá con i loro maestri, tra gli anni "50 e "90, nell´operazione" Ferie all'aria e al sole"“. Venivano la mattina con corriere speciali e a sera rittornavano contenti a casa. Dopo l´unificazione i terreni sono stati privatizzati.
La passeggiata sulla riva ci porta alle case di riposo, agli opedali e alle case di cura. Dopo le terrazze del Wannsee purtroppo bruciate si arriva allo stabilimento balneare Wannsee, „la piú grande vasca da bagno di Berlino.“ Qui si vedono soprattutto i berlinesi meridionali sulla spiaggia di sabbia chiara sdraiati nei "cesti da spiaggia" ("Strandkörben") o su asciugamani e coperte, se non sono in acqua o sulle attrezzature di gioco e sportive dalla parte del bosco. Una varietà di offerte gastronomiche provvede al vitto.
Nella canzone che segue si descrive l´atmosfera:

"Vogliamo andare un pò al cinema e
vederci oggi Tom Mix, mi chiedeva il piccolo Fritz,
io credo che egli scherzi.
Ti faccio contemplare un pò il cielo, di un blù così profondo che mai è dato vedere,
io vado via verso il Wannsee e me ne infischio di Tom Mix.
Prendi i costumi, la tua piccola sorellina e poi null'altro, via verso il Wannsee.
Sì, andiamo come il vento, presto, attraverso il bosco
e poi siamo subito al Wannsee.
Si, ci muoviamo nell'acqua come pesciolini, è bello.
Ahimè, però la mia sorellina non vi si azzarda. Riponi i costumi,
prendi la tua piccola sorellina, giacchè alle 8 dobbiamo essere a casa!"


Traduttrice Renata Caratelli