Europa, una figura della mitologia greca. Femminile. L'Occidente. Così sta scritto nel dizionario "Duden". Mitica certamente Europa lo è. Il secondo continente più piccolo. In realtà l'Europa è una penisola dell'Asia. E' grande in tutto 10,532 milioni di Km2. L'inno europeo è "L'inno alla gioia" di Beethoven. I confini tra l'Europa e l'Asia sono la catena montuosa degli Urali, il fiume Ural, il mar Caspio ed il mar Nero. La penisola è grande e forte, tenera e bellicosa, curiosa ed intelligente, sensibile e robusta. E' piena di pregiudizi, ma anche di scienza moderna. Un brusio confuso, senza fine, che, come uno scrosciante ruscello, si espande colà con i suoi gorgoglii.
L'Europa è in una fase di radicale cambiamento. Sono sicura che questa penisola fra cento anni non sarà quasi più riconoscibile. Dai due diversi ordinamenti politici della società di un tempo, sta sorgendo uno nuovo, una terza società europea comune. Attualmente si sta compiendo qui, tutto ad un tratto, una trasformazione decisiva, piena di vigore e carica di simboli. A ragione possiamo noi sperare che si svilupperà una orgogliosa, grande famiglia europea. Gli uomini vorranno guardare più in là del proprio naso. Ci saranno sicuramente uomini che non penseranno in termini nazionali. Per sentirsi e comportarsi da europeo, occorre oggi ancora molto lavoro volto a produrre ogni sorta di chiarimenti. Domande su domande mi si presentano alla mente.
Per esempio:
quale futuro potrebbe avere una
Europa unita?
Quale progetto è il migliore per l'Europa?
Che cosa essa fa per i giovani?
Quanto dignitosamente
tratta i vecchi?
Si può costruire veramente qualcosa di nuovo senza distruggere vecchie tradizioni?
Uno dei
compiti più importanti per l'Occidente sarà di portare avanti un dialogo tra tutti gli uomini. Io credo nel
dialogo e questa mia fede dura da una vita. Sarà l'Europa all'altezza della situazione in maniera adeguata?
In molte trasmissioni televisive vedo come madri europee torturate dalla fame e dalla sete carezzano il capo del loro bambino calmandolo. Eppure esse stesse sono disperate senza remissione. Anche questa è una parte dell'Europa. Ma saranno proprie queste donne che dovranno preparare i loro figli ad un'Europa unita. Di quanto aiuto hanno bisogno i genitori per far questo? I figli sono il nostro futuro. Così è da sempre. Se dalla lacrime di uomini tormentati nasce un sorriso, il cielo si apre. E' un antico proverbio che anche in Europa ha la sua validità. Incredibili sforzi vengono richiesti alla nostra odierna società. Nuove idee si devono diffondere. Gli uomini devono saper ascoltare il loro cuore, spalancare gli occhi ed agire in maniera orientata al futuro. C'è una città in Europa che collega l'Oriente con l'Occidente.
Già oggi si sa di preciso che un pesante terremoto funesterà questa città nei prossimi trenta anni. Questa città potrebbe essere un simbolo per l'Europa. E' la città, meravigliosa e ricca di mistero, che sta sul Bosforo. Il suo nome è Istanbul. E' l'unica città al mondo che collega l'Europa all'Asia solo mediante un ponte sospeso. Il ponte Kemal-Atatürk è il quarto ponte del mondo per lunghezza. Nonostante già ci sia questo ponte, sul fiume ("Corno d'oro" che si getta nel Bosforo formando un ottimo porto naturale, dove si affaccia la parte europea di Istanbul NdT) navigano molti piccoli traghetti. Essi portano uomini dall'Asia in Europa. Queste imbarcazioni da trasporto, spesso mosse da un motore dal fioco rumore o semplicemente a mano con remi a pagaia, dovrebbero divenire parimenti un simbolo delle nuove idee innovative, della lotta per una Europa pacifica e del solerte affaccendarsi in lavoretti per il nostro continente. Prestiamo attenzione a questa città !
Da molto tempo siamo tecnicamente nella condizione di preservare Istanbul e la sua gente da una grande calamità naturale. Se siamo insieme, siamo forti. Anche questa è un'antica saggezza che risale ai secoli. A noi tutti è necessaria un'Europa comune.