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IL MIO AMICO L'ALBERO

Autora: Regina Burow
Traduzione: Bruna Lamastra


Arriva puntualmente ogni anno ed è attesa con nostalgia : è la primavera. Ora è qui. Gli arbusti e gli alberi risplendono con rami giallo-verdi. Quando , dalla stazione di Schöneweide, vado a casa, mi aspetto già di vedere le pannocchie bianco-rosa sugli ultimi tre alberi di castagno che si trovano ancora sulla Sternplatz. Durante la mia infanzia qui c'erano ancora molti alberi di castagno che dovettero cedere il passo all'ampliamento della strada. No, ci vuole proprio un attimo fino quando le pannocchie risplendono. Ma un'altra cosa mi colpisce, su di un albero è apparsa una piccola targhetta. Ecco, anche sull'albero accanto è apparsa una targhetta con un numero. Mi guardo attorno per vedere se tutti gli alberi sono marcati allo stesso modo. Cosa significa ciò? Prossimamente qui verrà costruito il raccordo con l'autostrada, forse gli alberi dovranno andar via? Anche il "mio" albero ha una marcatura? Si erge maestoso sul prato tra la Friedrich-Wolf Bibliothek e la Keiserkaufhalle sulla Sterndamm.
Il possente pioppo bruno appare fiero e solido. L'ampia chioma con le tante foglie, dai lunghi steli che danzano nel ento, sembra essere unita al cielo. Nel terreno il tronco corrugato appare come diramarsi, quasi che dalla stessa radice fossero nati quattro alberi. Questo è un pioppo selvatico ed ho saputo che nel vivaio verranno coltivati soltanto alberi robusti simili.
Nelle culture celtiche gli alberi erano dei santuari. I Celti vedevano in essi un simbolo per la loro dottrina sull'eternità della vita e la limitatezza della morte. Un albero frondifero in inverno muore in poco tempo, poi si riscuote e torna alla vita. Una tribù si stabiliva presso un albero sacro, questo poi diventava il loro albero, l'albero genealogico. Oggi capita a volte di incontrare un antico tiglio nel centro di un paese. Un albero simboleggia anche l'albero "genealogico" nella ricerca dei suoi antenati, attraverso le sue ramificazioni sempre nuove. E un albero, molto spesso, nella sua lunga vita ha vista passare sotto di sé parecchie generazioni .
2000 anni fa, alla nascita di ogni bambino, i Celti avevano cura di piantare un albero a sua protezione. Mi ricordo che i miei vicini di giardino piantarono un albero di noce quando nacque loro figlio. Forse il pioppo sul prato è l'albero della mia vita. Da quando mi è possibile ricordare è sempre stato là. Dalla finestra del terzo piano ne ho una vista diretta, la sua altezza e la sua solidità mi consolano, mi danno coraggio e mi rallegrano quando i problemi del nostro tempo di guerra, violenza e distruzione ambientale, spesso appaiono senza soluzione, e mi fanno sentire avvilita. Esso mi regala una nuova speranza di vivere ed agire.
Quando nel 1970 fu costruita la Kaufhalle, ho avuto una gran paura per il "mio" albero. I bulldozer avevano sgombrato l'area giochi dei bambini. Le scavatrici avevano lacerato la terra. I primi pioppi nella strada erano stati abbattutti. Ogni giorno, impaurita, guardavo dalla finestra ed in sogno vedevo il mio meraviglioso pioppo giacere già sul suolo.Le buche delle scavatrici si facevano sempre più vicine. Poi gli operai hanno costruito una steccionata intorno al tronco dell'albero- un involucro di protezione. Però, quando i conducenti delle grù non sono stati attenti e le pale delle scavatrici sono rimaste impigliate nella sua chioma, deve aver sofferto molto. Ma il mio albero è sopravvissuto. Da allora sono trascorsi molti anni. Ammiro la bellezza e la saggezza dell'albero, che sia Primavera, Estate, Autunno, Inverno.
E ora? Devo tremare di nuovo per lui? Su di lui non ho trovato alcuna targhetta bianca, nessuna numerazione di registrazione catastale da parte dell'Ufficio di zona. Nell'Ufficio per la Tutela dell'Ambiente mi hanno assicurato.In seguito alla fusione dei quartieri cittadini di Treptow e Kopenick , occorrerà trovare un accordo su come uniformare il loro sistema usato per il controllo degli alberi. Si tratta di un lavoro lungo e complicato e l'albero avrà una sua targhetta identificativa.
Così, ogni mattina, quando saluto il "mio" albero faccio un pieno di energia e di pace per il nuovo giorno.

Regina Burow


Mio amico l'albero 1 Mio amico l'albero 2