Benchè da 15 anni abiti nel centro della città di Ulm, all'ombra delle sue dominanti cattedrali, il mio angolo particolare e preferito di questa città è rimasto Sòflingen, un rione antico ed è là dove io mi sento veramente
a casa. Là vivevano i miei genitori quando sono nato, in una casa della zia. Poco dopo la mia nascita, la
famiglia si è trasferita in un distretto nuovo e moderno sul Kuhberg, il quale era comunque sempre nel territorio di Sòflingen. Così rimasi sempre uno di "Sòflingen" fino a quando, ventenne, lasciai Ulm per ragioni di studio.
Molti ricordi s'intrecciano con il "MIO" Sòflingen : tutto veniva risolto sul posto, compere, visite mediche, visite
ai parenti! Durante l'anno vi si svolgevano parecchie feste, come la sagra nel cortile del monastero, le sfilate di
carnevale, le feste per bambini.
I vicoli tortuosi e le vecchie case hanno sempre esercitato una particolare attrazione su di me. Ma erano specialmente le storie relative alla gente del posto e gli avvenimenti accorsi nel quartiere, raccontati spesso dai miei parenti, che mi eccitavano maggiormente. Erano storie così diverse da quello che accadeva dove io abitavo, dove gente venuta da ogni parte era ammassata e viveva in perfetto anonimato anche se abitavano l'uno accanto all'altro.
L'immagine di Sòflingen è oggi fortemente mutata. Le piccole vecchie case sono state trasformate in condomini con appartementi di proprietà , la grande vecchia fabbrica tessile è scomparsa e al suo posto c'è ora una residenza per
anziani, i negozietti che si trovavano lungo le vie di Sòflingen sono ora negozi chic e i piccoli artigiani sono quasi scomparsi, spostati in anonime zone industriali della città. Il monastero è stato restaurato ed è diventata una zona di prestigio.
Tuttavia, ogni volta che io attraverso Sòflingen, riemerge in me la sensazione di aver lasciato là qualche cosa, che
forse si potrebbe descrivere sono con l'idea di "Heimat", di sentirsi a casa.
Traduzione :Emma Dalvit