_
 
[ EuCoNet ]   [ ZAWiW ]   [ SoLiLL ]   [ LiLL ]    [ Gemeinsamlernen ]I
_ _ _
  Dreieck nach obenTownStories  
_ _ _
  Dreieck nach oben--- Testi --- Logo ZAWiW
_ _
  _Macomer
_ _ _
_
_ < pagina 10 di 10
_
_ up - home
_ _
_ _
_ _
_ Sentirsi bene
_ _
_ _ La Mia città
_ _
_ _ Fiumi
_ _
_ _ Piazze e vie
_ _
_ _ Costruzioni e chiese
_ _
_ _ Incontri
_ _
_ _ Storia
_ _
_ _ Tradizioni
_ _
_ _ Testi da altri
_ _
_ _ Stampa
_ _
_ _
_ _ _ _ _ _

Townstories

Stand:


Tra un muro d’edera e un nuraghe

di Giuseppe Porru

Dove mi sento a casa? E’ una domanda difficile, come quella che mi ponevano da bambino: cosa farai da grande? Non lo sapevo e rispondevo non lo so. Anche se mi chiedo dove mi sento a casa, non lo so. Io, forse per il mio carattere, mi adatto facilmente e ovunque mi trovo, mi sento a mio agio.

Certo, se penso al luogo dove trascorro più tempo, questo è la mia casa e soprattutto la cucina. Mi piace cucinare e quando voglio mangiar bene, invece di andare al ristorante, cucino io, a modo mio. La cucina tradizionale rappresenta un legame col passato e con la mia terra. Anche guardare la televisione rappresenta un’abitudine familiare che contribuisce a darmi la sensazione di essere a casa. Quando mi alzo, prima accendo la TV e quindi apro la mia finestra sul mondo e poi metto sul fornello la macchinetta del caffè. Attraverso il soggiorno e apro il balcone per dare gettare uno sguardo sulla strada e sul mio giardino, un triangolo di cento metri quadri, diviso in tre aiuole che creano ancora un gioco di triangoli. In ognuna c’è una pianta: un nespolo, un alloro, un abete. Quest’ultimo l’ho potato per tenerlo piccolo ed ora ha una buffa forma a ombrello. La menta cresce spontanea e tenderebbe ad invadere le aiuole, ma io ce la tengo fuori e ho trovato uno spazio anche per far crescere il rosmarino e la salvia. Il muro di cinta separa il giardino dalla strada ed è ricoperto di edera e rose rampicanti. Per sentirmi a casa devo sempre avere qualcosa da fare, altrimenti mi annoio e smanio prima di decidermi ad uscire. Può essere una camminata in campagna, o una passeggiata vicino a casa.

Quando mi trovo in campagna, nelle vicinanze di un nuraghe, non riesco a trattenermi dal raggiungere la vetta. Arrivato in cima mi siedo in contemplazione. Ammirando il paesaggio scorrono tanti pensieri. Uno dei più ricorrenti è chiedermi se in una vita precedente il nuraghe sia stato la mia casa. Mi sembra di esserci stato. Qualcosa mi dice che ci sono stato. Penso ai miei antenati , re pastori, sacerdoti, guerrieri e mi immedesimo con quegli uomini lontanissimi da me, capaci di costruire monumenti che hanno sfidato i millenni. Forse è la mia forte identità sarda a farmi sentire un legame così forte con questo mondo arcaico.

Ma c’è anche un posto a pochi passi da casa dove vado volentieri. E’ una collinetta sopra i giardini di Viale Nenni, raggiungibile da via San Remo. Da lassù guardo la stazione e i treni che passano, pochi treni per la verità. Ogni tanto mi vien voglia di prenderne uno e di andare via. Ma é uno sfogo, forse anche per avere il pretesto di tornare a casa. Uscire, allontanarmi, per tornare e sentirmi a casa.

Un altro luogo dove mi sento a casa è l’Unitre. E’ un luogo fisico, ma è anche un luogo dove incontro gente con cui condivido interessi e progetti. Crescendo diventa sempre più interessante e in piccolo centro dà la sensazione di una famiglia allargata, dove tutti si conoscono. Ecco perché mi sento a casa.