Quando mi chiudo nel mio pensiero non smetto di pensare…e pensare…tutto mi si ammucchia nella mente, senza che riesca a scegliere…io mi sento a casa…: strade in discesa, strette e selciate, e ai suoi lati, una dopo l'altra, case di mattoni, di argilla e balconi di ferro battuto, montagne, valli, ruscelletti, piante, fiori di mille colori, di jara,erica, violette e quanti altri conservo nella mente. Io mi sento a casa.
Accarezzando l'aria di questo giardino silvestre, roteavano allegri i passeri che con i loro dolci trilli intonavano concerti, anche le rondini e gli usignoli accordavano il loro canto. Così tornavano le primavere "dove io mi sentivo a casa" dopo i crudi inverni, con bianche nevicate che coprivano alberi e montagne, quando il vento fischiava, attraversando la terra, e chupiteles (lecca lecca? Ghiaccioli?) di ghiaccio erano appesi ovunque. Senza dimenticare i cieli brillanti delle notti serene, né le giornate incantevoli, in cui il lavoratore, sudando insieme alle bestie, solcava il terreno; né il canto del cuculo al maturare delle ciliegie. Lì il tempo passava lento, l'orologio della torre con la sua voce dolce scandiva il passare delle ore e giro dopo giro arrivava l'estate, la cicala cantava, il sole abbracciava, il grano era già nelle aie.
Le campane della torre sembrava che ballassero quando suonavano a festa e piangessero di pena quando annunciavano al popolo che qualcuno era morto. Che ricordi!Si dividevano le gioie e anche le pene, così la vita di quel mio umile villaggio, molto diverso da tutto quello che mi circonda in città, automobili e ancora automobili, appartamenti e ancora appartamenti, uniti come alveari, cieli grigi di giorno e, di notte, raramente si vedono le stelle.
Qui mi sento perduta quando penso a quella mia bella terra!
Solo quando vado in montagna (e anche Madrid ha montagne), io mi sento a casa, e vedo la natura crescere e le nevi nelle cime, e il ruscello che scorre, senza far rumore, io trovo me stessa, come il mare incontra la spiaggia quando accarezzandola si avvicina.