Ma il fascino per me che arrivavo a Madrid dopo 28 anni d'Africa, abituato ai mercati del Marocco o dell'Algeria, era l'uniformità delle sue bancarelle, l'abbellimento dei suoi commessi e commesse, tutti vestiti con camice bianco e berretto dello stesso colore. Osservavo la stessa eleganza nella macelleria, nella pescheria e nella pizzicheria. La stessa e impareggiabile abilità dei suoi dipendenti, il modo di servire il pesce, togliendo le viscere, facendo filetti di una sogliola, che si sarebbe potuto pensare essere impossibile e tutti i pesci ornati con certe erbe verdi che ancora non so che sono.
La macelleria, lo stesso, ti offre le diverse parti d'animale già divise: bistecca, filetto, sanguinaccio, costolette ; in fondo dello stabilimento un disegno dell'animale, con il numero d'ogni parte del capo di bestiame ! E che dire delle pizzicherie: tutte le varianti di salumi allineati alla vista del cliente, salsicciotti di Cantimpalos, di Salamanca, jabugo, prosciutto di montagna di Huelva e Granada, e quei negozi meravigliosi di frutta secca, frutta fresca, verdure.
Questo mercato è un mercato classista, nel suo primo piano i prodotti che vendono sono di una qualità superiore e pertanto di prezzo superiore alle bancarelle che si trovano al piano inferiore, dove anche se c'è sempre pulizia e ordine, la prima impressione è qualche cosa di più rilassato che al piano superiore. Inclusa la gente che compra in questo piano: i suoi abiti non sono gli stessi della gente che compra al primo piano, dove i vestiti delle persone che si vedono lì sono di qualità superiore e a volte si vede qualcuno con una pelliccia. Vestiti impossibili al piano inferiore!
Non è un grande edificio, non prenderà nessun premio architettonico, ma le intime persone che lo frequentano: negozianti, clienti, venditori di cedole, qualche orientale, offrendo le ultime novità degli accusati ragazzi d'Operazione Trionfo, giunto all'ultimo CD di Luz Casal o di Sabina o di Leonard Cohen o Serrat, fanno di tutto il mercato un posto intimo, al quale mi abituai e non sento la mancanza dei mercati marocchini.
L'importanza di un mercato, di un museo, di una vita, la danno gli esseri che li vivono, e questo di Barcelò, che mai vincerà un premio di Urbanesimo, sicuramente il suo premio lo ha già vinto nel cuore della sua gente.