Nelle ultime settimane, di tanto in tanto, ho pensato a questo tema, ed ogni volta mi è venuto in mente qualcosa di diverso. Vengo da una famiglia che ha fatto parecchie volte un trasloco. Facendo il conto dei luoghi nei quali ho abitato con i miei genitori e più tardi con i miei figli, incluse le case dello studente e le volte che ho abitato in subaffitto dopo gli studi universitari, arrivo al numero "13". Il focolare domestico, la "casa" è forse il luogo dove da piccola ho vissuto, oppure il luogo dove i nostri figli sono cresciuti? E come va considerato il luogo dove io, adesso che i miei figli sono divenuti indipendenti, vivo con mio marito?
Fin dalla giovinezza viaggio volentieri. Quando mi trovo ad un altro capo del pianeta, il "sentirmi a casa" significa stare in Europa. Negli altri Paesi europei -nonostante il mio modo di essere cosmopolita- approdo man mano alla consapevolezza: "qui non sono a casa". Prolungando il mio soggiorno in qualche parte della nostra patria, avverto assai spesso un desiderio irresistibile di tornare a "casa", ossia a Praga. Quando prendo congedo dai miei amici praghesi, vado a "casa", che in questo caso coincide con Praga 4. E così continuando, la mia "casa" si identifica con il nostro quartiere, la nostra strada, il nostro palazzo, ed infine il nostro appartamento. Nei miei viaggi all'estero, talvolta non comprendo bene i punti di vista o le lamentele degli abitanti del luogo. Poi mi viene in mente che la "casa" è là dove io posso imprecare, con cognizione di causa, nei confronti delle condizioni di vita che ci sovrastano!
D'altro canto mi sento veramente come a "casa" in molti posti del mondo, pur essendo là una straniera. Nei viaggi attraverso la nostra repubblica siamo spesso venuti in città e villaggi, dove sono nati i nostri amici. In questo buco si può mai vivere? Sarebbe questo il posto da favola tanto decantato? E così passo dopo passo sono arrivata alla conclusione che il sentimento "dove mi sento a casa" ha molti aspetti. Per me essi si identificano, per esempio, con luoghi e posti,
- dove ho il mio letto e la mia sedia.
- dove in anticipo conosco le reazioni a determinate situazioni
- dove so esattamente che cosa e dopo l'opera di chi deve essere rimesso in ordine
- dove ogni oggetto ha la sua storia che solo noi conosciamo
- dove so orientarmi bene e nel contempo il posto dove sempre più spesso cerco qualcosa.
- dove è d'obbligo che le fiabe vengano storpiate fino a renderle irriconoscibili, avendole i nostri figli
modificate molti anni fa.
- dove il piccolo disegno di nostro figlio ha lo stesso valore del quadro del professionista.
- dove sono sorti spontaneamente rituali ed abitudini, che creano un'atmosfera assolutamente particolare
nell'ambiente familiare.
- dove i problemi vengono risolti più facilmente.
- dove accadono gli eventi, che, secondo la mia opinione, sono quanto di più importante ci sia per la nostra
vita.
- e così via.
Nel tempo reale tutto ciò può essere un luogo fisico, ma, per quel che ho realizzato in questa occasione di riflessione, non si tratta, il più delle volte, di un luogo determinato, essendo la "casa" soprattutto quella che si porta nel proprio intimo e questo sentimento alberga dentro di noi, sempre ed ovunque ci si trovi.