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Townstories

Stand:


Le lampade a gas dell’illuminazione pubblica a gas furono munite di una fiammella di accensione costantemente viva, avvolta dalla quale la reticella accendeva la lampada in misura corrispondente all’afflusso di gas nel bruciatore principale. Il condotto di gas nei bruciatori principali veniva dotato di un occhiello a filo, che l’uomo delle luci nella città azionava per mezzo di un lungo bastone di bambù, aprendo così la conduttura del gas. Ma in questo modo nelle grandi città, dato l’elevato numero di lampioni, non si sarebbe terminata mai questa operazione. Fu introdotta allora l’autoaccensione dei lampioni per mezzo di un meccanismo ad orologeria.

L’introduzione dell’accensione e spegnimento mediante un’onda di pressione segnò un fondamentale progresso per il livello tecnico dell’illuminazione a gas. Divenne così possibile azionare tutte in una volta le lampade basate su questo sistema. Ogni lampada veniva equipaggiata con un apparato a membrana, che apriva l’adduzione del gas nel bruciatore principale e la chiudeva nel caso in cui la sovrappressione del gas (differenza tra la pressione assoluta del gas e quella esterna) fosse salita a meno di 100 Pa –1 Pascal = 1 Newton/m2– (rispetto allo stato abituale). L’aumento della pressione nella rete del gas, mediante la propagazione dell’onda di pressione, durava da 2 a 5 minuti. L’invio dell’onda di pressione veniva effettuato tramite l’elevazione della pressione del gas da 11 fino a 18 kPa – 1 kPa =1.000 Pa è circa 1/100 della pressione atmosferica standard- all’uscita dell’officina di produzione del gas. Tutto ciò veniva assicurato dai compressori con pistoni rotanti. L’accensione e lo spegnimento a distanza per mezzo di onde di pressione cominciò a Praga nell’anno 1929.

I lampioni lungo le strade assolsero anche una significativa funzione architettonica e dettero un’impronta al volto della parte storica della città. I primi lampioni furono realizzati in semplici pali di legno o di ferro. Essi furono tuttavia presto forgiati in ferro battuto da fabbri oppure fusi a seguito di colata, secondo le proposte degli scultori e degli architetti. Alle più belle delle opere relative appartengono senza dubbio i candelabri a più bracci. La ferriera di Komarov (presso Hoøovice) realizzò per fusione secondo le proposte dell’architetto Linsbauer e dello scultore Vesely, a partire dall’anno 1867, i candelabri ad otto e quattro bracci. La statua di donna sulle colonne medioevali del candelabro ad otto bracci rappresenta la città di Praga.

Nei più disparati posti di Praga si trovavano nel 1882 candelabri a sedici e ad undici bracci. Quelli ad otto bracci erano per es. in piazza di San Venceslao, nella circonvallazione della città vecchia, in piazza Hradschin, nel vicolo Loretta-Gasse e davanti alla stazione di Denis. Quelli a quattro braccia erano nel Kohlmarkt ed in piazza Eraticky, accanto al ponte Carlo sulla Kleinseite. Di tutti questi candelabri rimangono fino ad oggi solo due ad otto bracci in piazza Hradschin ed uno a quattro bracci in piazza Drazicky.

Gli altri capolavori di fusione si ridussero a rottami di ferro. Agli straordinari, originali candelabri a gas di Praga, appartengono senza dubbio due piloni sulla scala principale d’accesso di Rudolfinum. Essi furono progettati da Josef Fanta ed i loro pezzi di fusione furono fusi nell’officina di Komarov. Ma anche i piloni a gas sulla rampa del Museo nazionale sulla piazza San Venceslao sono decisamente dei capolavori. Dell’illuminazione a gas di Praga fa parte, seppure quale rarissima utilizzazione del gas – l’illuminazione dall’apparenza grave e solenne del ponte Svatopluk Èech in “Jugendstil”.

L’illuminazione a gas, che al tempo di allora aveva rappresentato una rivoluzione nell’illuminazione delle strade ed aveva influenzato la vita notturna di grandi città, doveva gradualmente lasciare il campo alla luce elettrica. Il gas da carbon fossile contribuì all’introduzione dell’energia elettrica, essendo i generatori delle prime centrali elettriche a Praga messi in moto da motori a gas. Malgrado difficoltà originarie ed elevati costi di esercizio, l’illuminazione elettrica cominciò ad essere apprezzata. Nemmeno le misure tecniche per l’intensificazione dell’illuminazione a gas e la loro attivazione potevano essere d’aiuto. Il più basso prezzo dell’illuminazione a gas (confrontato con il prezzo dell’energia elettrica) non servì a niente. Tutto era inutile! La fine dell’illuminazione a gas di strade e mercati era ineluttabile. La luce a gas fu mantenuta, al più tardi, nei quartieri più antichi.