Mi chiedi dove mi sento a casa, ma mi confondi con un termine tedesco: HEIMAT. Mi viene subito da tradurlo alla lettera: PATRIA. E' una parola che in molti della mia generazione, cresciuta nel dopoguerra, suscita ricordi di un'Europa insanguinata; evoca nazionalismo, lutti e macerie. Ma oggi è diverso ed i richiami all'unità nazionale sono un monito per chi vorrebbe l'Italia divisa: così mi dici. Speriamo! Le guerre non sono cessate. E la mia è la generazione del Sessantotto, che si è sentita unita in una dimensione sovranazionale. Non è per questo che sono qui, unita in rete?
Ma HEIMAT è il luogo ideale dell'anima, dove scopriamo un pezzetto di noi e, insomma, ci riconosciamo. Non è necessario ritrovarlo in una realtà concreta, se ho capito bene. C'è stata tutta una discussione e poi dibattito in rete, per tradurre questa domanda e il relativo vocabolo in italiano e in spagnolo: per me è stata la sorpresa più interessante del nostro lavoro. Scoprire dietro una parola tutta una cultura, e fare fatica ad intendersi. Città intasate di traffico, auto che invadono i marciapiedi, parcheggiate in seconda e terza fila, diffusa prepotenza: dove posso sentirmi a casa? Roma è davvero bellissima, ma spesso, nella vita quotidiana, mi respinge. Ho bisogno di silenzio, contatto con me stessa e con la natura, ed anche di gettare ponti verso gli altri. Questo è più facile ottenerlo nelle piccole città di provincia di cui è disseminato il nostro Paese.
La campagna dove vivo; le vacanze nelle piccole isole dell'Italia meridionale (conosci Marettimo, dove non circolano autoveicoli, o Ustica, il primo parco marino, dove puoi nuotare in mezzo alle cernie?)… I monti dell'Austria, senza troppi turisti, dove i vicini di tavola ti offrono il vino e i cartelli stradali son traboccanti di fiori… Lo so, sono immagini idilliache ma corrispondono ad alcuni miei bisogni: fuga dalla città, ricerca d'intimità.
Ma io
nelle grotte sottomarine
resto quaggiù
fra schizzi di scogliera
a tingermi d'azzurro
e turchese
tonico il corpo
tra freschi flutti
HEIMAT anche come Web. Sentirsi immersi in una rete di relazioni che travalicano i confini. Contatti con persone di tutto il mondo; ricevere informazioni, imparare nuovi linguaggi: quello che stiamo facendo qui. Anche questo è sentirsi a casa. In una Terra-Patria, se fosse possibile, se un giorno sarà possibile.