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Dove mi sento a casa

LUIGI PRINZI

Ognuno di noi può avere la sua propria idea su cosa significhi "sentirsi a casa", una condizione non necessariamente fisica, bensì soprattutto spirituale, che certamente è in relazione con un senso di appagamento e di pacificazione con noi stessi.

Alludo, in particolare, a quello stato di "pienezza", di contemplazione appagata, felice forse, del nostro modo di sentire, e quindi di essere, in una fase della nostra esistenza, che raggiungiamo in certi momenti della nostra agitata vita quotidiana, in cui il tempo sembra sospeso od addirittura inesistente. Lo stato suddetto non ha nulla in comune con i momenti di intensa felicità che come un lampo illuminano la nostra esistenza, inspiegabili al di là delle circostanze occasionali che ne sembrano la causa o l'origine, e quindi né replicabili né controllabili da parte del nostro animo.

Si tratta, invece, di una dimensione spirituale stabile, che ciascuno di noi può ritrovare, quando indirizza il pensiero e l'agire su quei binari noti che portano pian piano ad una cosciente serenità, frutto di un raggiunto equilibrio tra il nostro modo di sentire ed il mondo esterno. Anch'io, come ognuno di noi, ho vissuto e continuo a vivere spesso simili esperienze estatiche dell'animo in tanti periodi, pure così diversi della mia vita. Ho constatato che esse sono in connessione con lo stato di lucida consapevolezza della continuità di svolgimento del filo della mia esistenza secondo le finalità ed i valori irrinunciabili, stabiliti in un lontano passato e ribaditi nel corso del tempo, nonché dell'impegno da me costantemente profuso.

Spesso il percorso esistenziale mi riporta ai luoghi della memoria dove si conserva la dimensione più vera della mia identità, laddove alberga l'amore alla vita ed il senso della sua continuità. Anche gli eventi personali difficili ed il loro carico di sofferti ricordi, cristallizzati alfine nell'animo, talora rivivono ad un tratto dentro di me, richiamati da un evento banale eppure così determinante, come il riascolto all'improvviso di un motivo antico, le cui note lenirono una volta qualche pena del vivere. Molte volte è il silenzio panico di un angolo incantato della natura nel quale s'interrompa, seppure per poco, il peregrinare, ad infondermi coraggio e pienezza di vita, dissipando come nebbia al sole, i "rei fantasmi" di carducciana memoria, compagni inseparabili e necessari della esistenza di ogni essere umano.

Allo stesso modo da Mefistofele "der Geist der immer verneint" ("lo spirito che sempre nega") non può prescindere il cammino morale di Faust teso alla salvazione della propria anima, ossia, in termini idealistici, verso il compimento dell'autentica missione di vita:la contemplazione del proprio agire operoso e benefico. sintesi compiuta di canone estetico ed etico. Talora è la parola, il gesto di una persona a noi vicina od addirittura incontrata per caso a richiamare l'attenzione su di un comune sentire e la reciproca partecipazione fa sì che possa ritrovare i valori che stabilizzano la mia dimensione umana, di cui prendo più viva coscienza.

Nel vivere quei lunghi momenti, innescati dai più disparati eventi esterni nei più diversi luoghi fisici, mi sento a casa, e mi abbandono a riflessioni rasserenanti, ritrovando la fiducia e la sicurezza, conferite da un luogo protetto entro le cui pareti operi il filo tenace degli affetti domestici e la magia delle abitudini di una vita. Ciò avviene, in particolare, periodicamente, quando sono seduto davanti al mio PC desktop munito di accesso ad Internet, quasi un'estensione visibile, tentacolare del mio mondo interiore apparentemente finito, e per altri versi una "tabula rasa" su cui scrivere e comunicare pensieri ed emozioni.

Ripenso allora alla soddisfazione tratta dal mio operare giorno dopo giorno nei campi del lavoro e dello studio, al benessere della mia famiglia, superate alcune nostre vicissitudini di un sofferto passato, ed anche a quanto ancora rimane di inadempiuto od intentato dei programmi e dei progetti in precedenza tracciati da tutti noi. Ritrovo allora la mia identità, il senso della vita ancora da spendere nelle attività preferite professionali o di svago ed il senso di separatezza dal mondo esterno è solo apparente, perché mi conforta il suono delle voci care che provengono dall'ambiente circostante ed il desiderio di unire la mia alle loro, di ritrovare soprattutto il sorriso sul volto della figlia più piccola, una volta interrotto lo stato di ripiegamento su me stesso ed il flusso ininterrotto di solitari pensieri.