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Townstories

Stand:


DOVE MI SENTO A CASA

di Bruna Lamastra

In un momento come questo attuale, in cui ciò che avviene nel mondo ci rende partecipi di ciò che avviene in altre "case", ed i confini della propria casa-territorio sembrano messi in pericolo dal clima di incertezza e di paura in cui tutti viviamo, è per me difficile esprimermi.

Non posso parlare del concetto di casa inteso come simbolo di nazione, stato, patria, perché non sento una identificazione ideologica con esso, mi è lontano , troppo astratto, avendolo in gioventù vissuto in senso impositivo, e per il quale,in seguito, ho elaborato un significato diverso. Proviamo quindi a parlare , in senso più ampio, della "casa " che ci siamo costruiti nel corso della nostra esistenza,e che ci portiamo dietro come fa una lumaca con il proprio guscio.

Di quella casa - rifugio che ci dà sicurezza quando ci sentiamo spaesati, tristi, persi per un evento qualsiasi. Di quella parte di noi che coltiviamo e curiamo per affrontare il vivere esterno, e che ci trasmette quella sensazione di benessere che ci fa ritrovare noi stessi. Della casa interiore che si lega al nostro passato ed al presente e che segna l'appartenenza ad un mondo nostro, solamente nostro, come fosse un'impronta digitale che ,però a volte, ci può capitare di intravvedere ed annusare altrove.

Cosa significa quindi "dove mi sento a casa?"
Per me vuol dire dove mi sento bene, dove entro in armonia con il mio intimo e con l'esterno. Ciò può accadere lontano dal mio ambiente, inteso come quello del vissuto, può avvenire ovunque si creino o, ricreino, quelle condizioni di sintonia con il luogo del momento, che mi generano una familiarità qualunque.

Può essere il sentire un odore, ascoltare una musica, vedere un oggetto, scoprire un atteggiamento di vita, un costume, un uso, un lessico che mi portano una ventata di non estraneità, ma anzi, sollecitandomi un ricordo o una sensazione conosciuta, mi facilitano l'integrazione ambientale.

Il mio sentirmi a casa può anche provenire dal riscoprire luoghi di cui avevo letto e sognato, che avevo già vissuto nella mia mente e,per questo, li ritrovo familiari, sono amici che mi aspettano e con sorpresa vedo che esistono davvero e sono lì, aldilà di ogni immaginazione, anche se poi, sempre nella realtà, hanno connotazioni molto diverse.

Accade allora che lo stupore cede il posto al piacere, a quella forma di gratificazione ed appagamento profondo per aver avuto fede nel pensiero.

Nel proseguire poi con la scoperta del vero, nel toccare con mano il lontano da me, mi sento a casa con l'anima, i confini si ampliano, ed il diverso e le distanze di lingua, razza e religione si annullano. Ed il contatto con le altre case interiori fa sì che anche la mia si abbellisca, e si arricchisca di quelle sensazioni ed emozioni che, nel tempo, si sedimentano dentro di me.