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Townstories

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Sport sul Tevere

di Bruna Lamastra

Il Tevere
Intervista ad un vecchio “Fiumarolo”

a cura di Renée Lolli, Lodovica Brunetti e Ruggero Papi

Quando il Tevere ha già quasi raggiunto il mare, passando accanto agli scavi Ostia Antica, ha ancora un barlume di storia. E la storia la racconta uno degli ultimi abitanti del fiume, proveniente da una generazione risalente a 150 anni fa: ITALO, personaggio significativo anche come nome dell’italianità del fiume.

E Italo racconta:

“Qui accanto, si trova una torre dell’epoca romana, poi rimaneggiata nei secoli, la Torre Boacciana. Qui sbarcò nel XII secolo Riccardo Cuor di Leone; qui nel XV ecolo Papa Eugenio IV, travestito da monaco si rifugiò nella sua fuga da Roma. Poi Pio IV ordina che la torre venga adibita a Faro di Ostia e da questo punto n poi, in questo tratto, appena passato un ponte chiamato Ponte della Scafa, il fiume si biforca, e dà luogo a quella chiamata “Isola Sacra”.
E a dimostrazione di quanto detto, e dell’importanza del fiume dell’Antica Roma, Italo ci mostra una vecchia mappa catastale della zona dalla quale possiamo renderci conto della parziale deviazione del fiume voluta dall’Imperatore Traiano.

Italo, ma questo riguarda il passato, il tuo ricordo del fiume?
“Quando ero ragazzo – si parla di circa 60 anni fa – in questo tratto di fiume già sorgeva un insieme di orti, una piccola casetta con un pontile sul fiume, dal quale noi ragazzi ci buttavamo in acqua d’estate, e dal quale pescavamo – con un sistema di rete chiamato “bilancia” – spigole, lucci, barbi, cefali che venivano, durante la guerra, venduti ai mercati romani. E, inoltre, c’erano tanti altri orti. Ora di questi orti è rimasto solo il mio, e dal ponte della Scafa quasi non si vede, sommerso com’è da tanta vegetazione”.

E adesso?

“Adesso! Dagli anni ’80 in poi l’aspetto verso il fiume è cambiato, con l’avvento della motonautica. Infatti si sono formati lunghi pontili per le imbarcazioni da diporto; lungo l’argine è stata costruita una strada che, anche se piccola, consente il passaggio di automezzi. Insomma non è più la stessa cosa. Ma quando io varco il precario piccolo cancello che, di fianco alla Torre Boacciana, scende agli attuali orti, il mondo esterno non si vede più ed io mi sento sempre un: fiumarolo”.

E conclude:
“La volete una curiosità? La cucina tipica della zona ai tempi dei miei nonni e dei miei genitori: pasta con anguille e patate!”