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Townstories

Stand:


Come la città di Roma è cambiata
(da quando ci abito, ormai da 38 anni…)

di Julie Lerro


Roma è parecchio cambiata in questi ultimi 38 anni, quando sono arrivata qui nell'aprile 1965. Roma era ancora una città piuttosto tranquilla e provinciale.
In quei giorni le donne non italiane erano considerate alquanto diverse e singolari. Alcuni giovani uomini si "specializzavano" in Donne Straniere, che, diversamente dalle italiane, non erano circondate dalle famiglie. Comunque eravamo in generale meno credulone e sprovvedute di quel che gli uomini credevano.

Pochi anni dopo iniziava il movimento del Femminismo, e le donne si sono rese conto che quasi tutte, italiane e straniere, erano nella stessa barca. C'erano quelle che facevano le dimostrazioni e quelle che non le hanno fatte. Io non ho mai partecipato ad una dimostrazione, ma questo mi ha fatto sentire un po' in colpa.

Di questi primi anni in Italia ricordo quanto erano piccole le macchine: i modelli "500" e "600" Fiat primeggiavano dappertutto. Ricordo bene che due uomini riuscivano a spostarle, quindi, se si trovava un po' di posto per parcheggiare, ma non era abbastanza grande, si poteva infilare un'altra macchina. Queste scene mi hanno sempre molto divertita.

Se una persona vuol far parte della società in cui ha scelto di vivere - nel mio caso quella "italiana" - si deve adattare alle "regole" di questa società. Nel 1965 una di queste regole era che le donne non indossavano pantaloni nei posti di lavoro. Quindi ricordo bene il giorno, probabilmente nel 1967, quando una di noi insegnanti è arrivata a scuola in pantaloni. Lei ci ha detto che l'aveva chiesto alla direttrice della scuola, che aveva risposto: "…perché no!? Va bene".
Il giorno dopo tutte noi insegnanti avevamo i pantaloni addosso.

Poco dopo è incominciato il periodo buio per l'Italia con l'inizio del Terrorismo. La mia scuola era ubicata molto vicino alle sedi dei due maggiori partiti politici: democristiano e comunista.

Oggi non c'é più la scuola ma sono rimasti sia la grande biblioteca di lingua inglese che il centro culturale americano. Durante quel brutto periodo è capitato che in alcune sere noi non potevamo uscire dal palazzo della scuola perché fuori l'aria era piena di gas lacrimogeni. Io, per tornare a casa, dovevo prendere l'autobus a Piazza Venezia, e per arrivarci dovevo passare davanti a file di soldati molto giovani in tenuta antisommossa.
Nel frattempo, non so dare una data, gli italiani sono diventati piuttosto ricchi. Ad un certo punto mi sono resa conto che gran parte degli italiani avevano molti soldi, e io vivevo in un paese ricco. Da allora gli italiani si vestono con abiti costosi e firmati, guidano macchine piuttosto grosse, vivono in belle case (spesso hanno due case) e viaggiano in tutto il mondo. E la città di Roma non è affatto provinciale.

Julie Lerro