La località in cui vivo fa parte del quartiere Portuense ed è denominata Magliana (originariamente Praedium Manlianum, forse perché sede di una antica famiglia romana, Gens Manlia) ed è una zona prevalentemente pianeggiante intersecata dalle ultime anse del Tevere prima di abbandonare la città.
Il quartiere fu costruito a metà degli anni '60 e, sorgendo al disotto degli argini del fiume, non è immune da pericoli di inondazione nel caso di un suo straripamento.
E' la prima località che i visitatori moderni della città eterna incontrano giungendo dall'aeroporto (Leonardo da Vinci a Fiumicino), come in passato era il primo scalo per i navigatori del fiume.
Essa confina direttamente da un lato con un quartiere famoso EUR sorto e sviluppatosi nel periodo fascista e, dall'altro, con il quartiere di Monteverde, che s'inerpica verso il Gianicolo, colle famoso per le reminiscenze risorgimentali al tempo della Repubblica Romana del 1849, e per essere stato il luogo di congedo dalla vita del poeta Torquato Tasso, immortalato ancor più e ridestato alla memoria dei posteri da un famoso dramma di Goethe.
Abito fin dal 1980 alla Magliana ed è qui che si è costituito e sviluppato il mio nucleo familiare parallelamente a tutte le trasformazioni che le esigenze del vivere civile hanno impresso all'ambiente circostante, non sempre nel senso di ridurre un persistente malessere sociale, presente, sebbene con differenze notevoli, nei vari quartieri, tra cui il mio, compresi nell'ambito circoscrizionale.
Nonostante l'impegno dispiegato dalla Circoscrizione, attraverso molteplici iniziative volte ad offrire servizi socio-sanitari sempre più adeguati ai residenti, nonché finalizzate alla promozione della cultura ed a garantire assistenza alle fasce economicamente e/o socialmente più deboli, i parametri del disagio sociale, quali la povertà, materiale, culturale e di relazioni sociali, l'abbandono anticipato della scuola da parte dei ragazzi, l'esposizione alla tossicodipendenza, l'incidenza sulla composizione della popolazione dei nuclei familiari di una sola persona e l'indice di vecchiaia (percentuale degli anziani oltre 65 anni sul totale degli abitanti) presentano valori non ancora del tutto soddisfacenti.
La presenza di una comunità di zingari in un campo nomadi alla Muratella, non lontano dalla stazione ferroviaria della Magliana, che si comportano secondo stili di vita diversi dai nostri, alle quali non intendono rinunciare, fa sorgere ulteriori problemi sociali non di facile soluzione per l'amministrazione pubblica.
E' triste vedere dei piccoli zingari mal vestiti e soprattutto abbandonati apparentemente a sé stessi dai genitori, che in nome della loro destrezza e rapidità attraversano impavidi i binari per recarsi in tempi più brevi al loro precario e poco raccomandabile lavoro, col rischio atroce di finire travolti dai treni sfreccianti velocemente.
Purtroppo talora questo evento tragico si verifica ed allora noi residenti ci rendiamo conto che andrebbero adottate delle misure affinché esso non si ripeta, ma la nostra pietà rimane sterile non assecondata da azioni concrete, come del resto ci accade di fronte ad ogni fatto doloroso che non ci tocchi da vicino.