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Michele Penza


Mi chiamo Michele Penza ed ho 72 anni. Sono nato a Roma e vi ho sempre vissuto ad eccezione di una breve parentesi d'un anno e mezzo. Sono sposato ed ho quattro figli che ormai sono grandi e mi hanno dato tre nipoti. Ho frequentato il liceo classico e l'università, senza laurearmi perché ho dovuto lasciare gli studi e mettermi a lavorare per vicende familiari. Non ho rimpianti per questo perché non avevo alcuna passione per lo studio del diritto.
Ho lavorato per 45 anni di cui 43 nella Pubblica Amministrazione, durante i quali l'impegno maggiore per me è stato quello di non farmi condizionare il cervello dalla mediocrità e di dare una mano, quando potevo, a quei poveretti che incappavano nelle maglie della burocrazia di stato. Ora che ne sono fuori posso dedicarmi a quelli che sono i miei interessi. Ho l'hobby della lettura, della narrativa in genere, e la vanità di scrivere anch'io qualche racconto. La libertà per me consiste principalmente nella possibilità di leggere e di scrivere solo quello che mi piace.

Ho iniziato da due mesi lo studio della lingua tedesca. La decisione di studiare una lingua a questa età non è effetto del declino intellettuale fisiologico, ma anzi vuole contrastarlo con un impegno sistematico e costante, mentre la scelta del tedesco é dovuta al grande rispetto che ho per la cultura germanica ed all'affetto per gli ottimi e fedeli amici che mi onoro di avere in Germania.
Ci sono stato due volte. La prima nel '51 quando con un gruppo di amici vi ho compiuto un viaggio d'istruzione, finanziato dal movimento di "Comunità" di Adriano Olivetti, che mi ha dato l'opportunità di partecipare alle 'Studententag' organizzate a Wurzburg dalla "Neue Deutschland".
Successivamente abbiamo visitato Heidelberg, Mainz, Bonn, Colonia, Marburg, Francoforte, Monaco e siamo giunti fino a Celle, nella Luneburg Haide, dove il più anziano di noi aveva trascorso due anni di prigionia.
Al nostro ritorno a casa abbiamo deciso di fondare la Casa della Fraternità, sul modello degli Ostelli della Gioventù ma ispirati a finalità non turistiche ma piuttosto di tipo ideologico. Eravamo convinti che il conoscersi e il frequentarsi da parte di giovani di tanti paesi avrebbe favorito anche il sorgere di rapporti nuovi tra le nazioni. Oggi so bene che non è così e che quei rapporti sono determinati da equilibri di potere e da flussi di denaro, tuttavia non mi sono pentito di quell'esperienza. Certo non abbiamo creato nuovi rapporti tra le nazioni, ma sicuramente solidi rapporti d'amicizia con ragazzi tedeschi che la pensavano come noi.
Sono tornato in Germania nel '96 per l'ultima volta, ad Ahrweiler, per salutare una coppia di quegli amici, che purtroppo oggi non ci sono più. Ne sono rimasti però i figli e nipoti che, a loro volta, hanno legato con i miei figli. Questo mi aiuta a sperare di aver lasciato qualche seme nel terreno, e credere che la mia vita.di inutile burocrate non sia stata sprecata del tutto.
Avrete capito ormai chi sono. Sarei lieto di corrispondere con persone di qualunque età, con interessi affini ai miei.
Michele Penza

nccuep@tin.it


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