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Bread in Italy

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Pane vuol dire vita

Maria Tescione

Il pane, alimento base, ha assunto fin dai tempi antichi valenze simboliche esprimendo significati di vita, di abbondanza, di comunione, di fertilità della terra. Questo cibo prezioso una volta era un lusso e veniva preparato solo nei giorni di festa: il cibo quotidiano nel Vicentino e nel Veneto era la polenta, che prima dell'avvento del mais veniva preparata con il miglio e con misure di farine di altri cereali.

Il pane è stato sempre collegato ai momenti più importanti della vita umana, all'avvicendarsi delle stagioni, alla religiosità e alla devozione. Già nell'antica Roma, in cui l'uso del pane si diffuse solo intorno al secondo secolo avanti Cristo (prima c'era la puls, una pappa o polenta di farro), dei pani salati fatti con la farina ricavata dalle prime spighe mature venivano offerti in sacrificio durante le cerimonie sacre.

Il pane era in passato un alimento prezioso destinato alle feste e ai momenti importanti, era "santo" e non si gettava mai, veniva consumato secco o riciclato in tante zuppe e minestre, torte. Era oggetto di credenze a volte superstiziose. Ad esempio nel Veneto e in altre regioni non si metteva mai a tavola rovesciato, come rileva un noto proverbio ("pan roverso su la tola ciama carestia").