_
  [ZAWiW] [gemeinsamlernen] [LiLL]
_ _ _
  Dreieck nach obenGemeinsamLernen  
_ _ _
  Dreieck nach obenSelf-organised Learning Groups in Europe
_ _
  Dreieck nach obenWork Results
_ _ _
    Dreieck nach obenEating culture / Bread  
_ _ _ _
    Dreieck nach obenAdditional Materials  
_ _ _ _
    _Vicenza Group  
_ _ _ _
_
_ < Page 3 of 3
_
_ home
_ _
_ _
_ _
_ Bread in Italy
_ _
_ _ El Pistor or Fornaro
_ _
_ _ How Bread is made...
_ _
_ _
_ _

Bread in Italy

Stand:


Usanze

Era viva un tempo la tradizione di far benedire il pane in chiesa e poi di distribuire il "pan santo", che veniva portato a casa e conservato perché era considerato un toccasana e usato per risolvere guai e malanni.

In occasione ad esempio della festa di San Biagio (3 febbraio) venivano benedetti in chiesa dei panini che avevano proprietà "terapeutiche": chi li mangiava era al sicuro per un anno dal mal di gola. Nel Veneto le diverse fraglie distribuivano pani benedetti in occasione delle feste dei santi patroni. In molte chiese della nostra diocesi il pane veniva benedetto e distribuito ai fedeli il 14 febbraio, giorno di San Valentino.

Il pane, alimento per tutte le stagioni, diventava più bello e ricco nei giorni di festa, nei momenti più lieti e importanti della vita, accompagnava lo scorrere dei mesi. C'erano i pani di nozze, i pani della mietitura, i pani della vendemmia, i pani di Natale e quelli di Pasqua.

I pani della vendemmia erano adorni di grappoli d'uva o impastati con il mosto o il succo d'uva, i pani di San Martino erano impastati con i chicchi di uva e nel giorno della festa di questo santo (11 novembre) a Venezia si vendevano pani con incisa l'immagine del santo. Per Giovanna d'Arco il pane intinto nel vino era il pasto della domenica mentre nel Veneto la colazione della vigilia di Natale era costituita spesso da pane intinto nel vino e pane e vino rientravano nella dieta dei malati. Per Natale i pani diventavano più alti e più grandi e l'impasto veniva arricchito con diversi altri ingredienti (grassi, uova, ecc.). Si trasformavano pertanto in veri e propri dolci, nel cui nome tuttavia rimase la radice originaria: ecco così il panettone, il pandoro, il pandolce ligure, ecc. Tra gli ingredienti aggiunti alla paste del pane si segnalavano le spezie, ingrediente un tempo usato per impreziosire questi dolci (lo zafferano ad esempio che dava il colore giallo dorato illuminando la tavola della festa) e la frutta secca, dono tradizionale fin dai tempi più antichi del periodo. Nel Veneto c'era, come in diverse altre regioni d'Italia e d'Europa, il pane speziato detto "pan specià"; era pepato, vi si aggiungevano droghe e lo si preparava la vigilia di Natale. A esso sono collegati probabilmente i "pevarini", tipico biscotto veneziano la cui ricetta prevede pepe e spezie e anche frutta secca.

La frutta secca e le spezie caratterizzavano del resto numerosi tra i più tradizionali dolci di Natale, quali lo zelten del Trentino Alto Adige, il panforte di Siena, il pan pepato di Ferrara, e il pangiallo del Lazio. I pani speziati hanno origini antichissime e secondo alcuni deriverebbero da pani impastati con miele dell'antica Grecia e dai pani con droghe in uso già nel Medioevo. Anche nel Rinascimento c'erano tanti dolcetti, schiacciate, biscotti, per il cui impasto era previsto l'uso di droghe e di spezie.
Tra i tipici pani di Natale veneti vanno poi ricordati il pandoro e i nadalini ricoperti con una glassa di zucchero e pinoli (i pinoli erano consumati in passato la sera della vigilia di Natale).

Tanti tipi di pane caratterizzavano in passato la tavola dei ricchi durante la quaresima per rendere più appetitosi i cibi e arricchire i pasti in tempi di sacrifici. Tra essi c'era il pan di ramerino, preparato con farina bianchissima, impastata con olio in cui si facevano soffriggere dei rametti di rosmarino e uva passa nera.

Molto diffuso era anche il pane aromatizzato con semi di anice e finocchio, in uso anche nel Veneto (dove si chiamava semplicemente "pan col fenocio"). Per Pasqua il pane e le colombine di pasta dolce venivano decorate con le uova, che arricchivano anche la pasta del pane e aggiunte a quest'ultima costituivano uno degli ingredienti base della celebre e gustosissima "fugassa".