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5. L'influenza dei meccanismi in parte inconsci ed in parte coscienti

La paura riduce di molto le possibilità comportamentalistiche, ma non è solo la paura a creare tutto un suo mondo percettivo; cose simili si possono dire per tutte le emozioni, siano esse positive che negative. I principali meccanismi responsabili di queste selezioni e distorsioni precettive sono identici almeno per quanto riguarda le emozioni negative. Freud, uno dei primi ad esplorare questo campo, insistette in modo speciale sui concetti di proiezione, di repressione e di identificazione e, mentre la sua teoria oggi viene accettata in modo più critico che trent'anni or sono, pochi sono disposti a rigettare del tutto questi concetti.

L'identificazione è molto vicina alla proiezione; quando proiettiamo i nostri motivi sul comportamento di un altro, identifichiamo questa persona con noi. Tuttavia ci sono casi in cui si è soliti insistere sull'elemento dell'identificazione, per esempio, se una persona, assistendo ad una rappresentazione teatrale o leggendo un romanzo parteggia molto per un personaggio, si dice che s'identifica con esso o con la sua situazione. Quando qualcosa di simile accade nella vita reale, è probabile che il soggetto rifiuti di accettare un'informazione, perché questa è in contrasto con ciò in cui egli si sente impegnato.

La repressione può indurre ad un rifiuto completo di una informazione sgradita. Il soggetto si comporterà come se non abbia visto o sentito qualcosa di troppo doloroso da riconoscere o non collegabile ad una sua convinzione profonda. Questi meccanismi operano al livello della normalità quotidiana, come quando i timori o le aspettative ci inducono a fare false inferenze su argomenti in cui ci sentiamo coinvolti. Ad un livello più profondo e più sistematico essi deformano la prospettiva di chi è mentalmente turbato, soprattutto nei casi di paranoia, dove si finisce sempre per sboccare in sentimenti di persecuzione ed in stati malinconici con i soliti sentimenti di colpevolezza.

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